Gli accumulatori al Litio Ferro Fosfato, abbastanza recenti
ma già molto diffusi, sono la versione per il momento più sicura fra le varie
tipologie di accumulatori al Litio.
Pur avendo massa e volume maggiore a parità di energia accumulata rispetto a
quelle agli Ioni di Litio (Li-Ion), sono nettamente più sicure e facili da gestire.
Vengono prodotte in grandi quantità e formati, consentendone l'uso in tutte le
applicazioni che richiedono lo stoccaggio di energia con ingombri ragionevolmente
ridotti, specialmente se confrontate con gli accumulatori al piombo.
In sintesi, gli accumulatori LFP sono delle piccole centrali, al loro interno
ci sono gli elementi, un bilanciatore attivo o passivo, un BMS
(battery management system) e ancora una protezione elettromeccanica o un
fusibile.
4 | Numero di elementi per un accumulatore da 12 V. |
3.2 V | Tensione nominale per elemento. |
3.65 V | Tensione massima per elemento completamente carico. |
2.5 V | Tensione minima per elemento completamente scarico. |
1000 - 6000 | Vita dell'accumulatore in numero di cicli carica-scarica. |
0.02 ohm | Resistenza interna di un accumulatore da 12 V - 100 Ah. |
1C | Corrente di scarica e scarica massima ammessa (1C = corrente ugiale all'amperaggio della batteria) |
10 - 40 °C | Range di temperatura consigliato per l'utilizzo standard (carica, scarica, stoccaggio). |
-10 - 50 °C | Range di temperatura limite per la scarica. |
-10 °C | Temperatura minima da non oltrepassare per la scarica (dipende anche dalla corrente). |
0 °C | Temperatura minima da non oltrepassare per la carica (dipende anche dalla corrente). |
Cenni sulla tipologia costruttiva.
I più comuni accumulatori LFP sono composti da un catodo (un sottilissimo foglio
in alluminio con uno strato di litio depositato su di esso) da un separatore
isolante poroso e da un anodo (un sottilissimo foglio di rame con su depositato
uno strato di grafite).
I tre strati sono posizionati uno sull'altro, ritagliati in rettangoli tutti
uguali oppure avvolti uno sull'altro fino ad ottenere la superficie necessaria
ad ottenere la potenza richiesta dal modello di accumulatore in oggetto.
Nella fase di assemblaggio viene inserita una precisa quantità di elettrolita,
il tutto è contenuto in una busta sigillata dopo aver fatto il vuoto.
In base alla tipologia costruttiva, le buste possono essere usate così come sono
o inserite all'interno di un contenitore che quasi sempre è in alluminio.
Considerazioni elettrotecniche.
Qui è visibile uno schema elettrico equivalente semplificato di un'elemento
LFP; anche i meno esperti potranno riconoscere le componenti che determinano
i parametri elettrici dell'elemento stesso.
In basso la sorgente di tensione continua con la sua resistenza caratteristica,
quella misurabile all'esterno con apposita strumentazione, il valore di
resistenza varia con la potenza dell'elemento, più alta è la potenza e più
la resistenza diminuisce. Misurare questo valore può essere utile a stabilire
la bontà dell'elemento in oggetto.
La capacità, raffigurata con il simbolo del condensatore è un parametro legato
alla superficie totale degli elettrodi, che è più grande negli elementi di
maggior potenza.
La resistenza in parallelo rappresenta il carico di autoscarica, che essendo
nocivo deve essere più basso possibile.
Con che orientamento o posizionamento possono lavorare ?
I formati più piccoli possono lavorare indifferentemente con qualsiasi
orientamento, i formati più grandi, prismatici o a sacco possono lavorare
anch'essi in qualsiasi posizione, ma per questi è meglio controllare le
specifiche del produttore.
Fondamentalmente si tratta di elementi ermetici sottovuoto, quindi, all'interno,
l'elettrolita occupa tutti gli spazi senza creare sacche d'aria che
potrebbero far calare il rendimento in certe posizioni.
Come si caricano gli accumulatori LFP.
Gli accumulatori LiFePo4 devono essere caricati in due fasi distinte, la prima a
corrente costante fino al raggiungimento di un certo voltaggio e la seconda a
tensione costante fino al quasi azzeramento della corrente.
Questo argomento è complesso, verrà approfondito con un'articolo specifico.
Tipi di accumulatori LFP o LiFePo4 in commercio.
Esistono varie tipologie costruttive ciascuna più utilizzata di altre nelle
varie applicazioni, come ad esempio:
Gli elementi LFP si possono collegare in serie ?
Sicuramente si, a patto di usare tutti elementi uguali e di installare un
bilanciatore che corregge eventuali piccole differenze fra un elemento e l'altro
quando lavorano agli estremi del loro range di tensione.
Esempio di pacco batterie da 12 V nominali in configurazione 2P 4S, composto da batterie in parallelo di uguale capacità e uguale voltaggio:
Gli elementi LFP si possono collegare in parallelo ?
Tutti gli accumulatori LFP sono costituiti da elementi paralleli fino ad ottenere
la potenza richiesta, quindi il parallelo di elementi finiti è possibile,
a patto di usare tutti elementi con la stessa tensione, per quanto riguarda l'amperaggio
è consentito porre in parallelo elementi con amperaggio diverso.
Importante creare paralleli tutti uguali per poterli poi collegare in serie e
raggiungere la tensione voluta.
Infine, pur essendo fattibile, è consigliabile non porre in parallelo elementi
di amperaggio molto diverso fra loro, ad esempio uno da 200 A con un altro da 5 A,
in questi casi se l'elemento più piccolo si guastasse quello di maggior potenza
si scaricherebbe tutto su di esso innalzando molto la sua temperatura con danni
immaginabili.
Tanto per fare un esempio, il parallelo di elementi da 100 A con altri da 300 A
è fattibile rimanendo in sicurezza. Per tutti i casi in cui è necessario
parallelizzare elementi di capacità molto diversa è necessario dotarli di
protezioni individuali.
Esempio di pacco batterie da 12 V nominali in configurazione 2P 4S, composto da batterie in parallelo di diversa capacità e uguale voltaggio:
I pacchi batteria LFP si possono collegare in parallelo ?
Si, sono parallelizzabili se hanno la stessa tensione e la corrente non troppo
diversa fra di loro.
I pacchi batteria LFP si possono collegare in serie ?
Si, si possono collegare in serie esclusivamente se dello stesso amperaggio,
volendo essere pignoli si può aggiungere un bilanciatore fra i due pacchi.
Perché molti costruttori di pacchi
batteria LFP sconsigliano il parallelo fra moduli con amperaggi diversi ?
Uno dei motivi è quello di evitare qualsiasi problema in fase di gestione della
garanzia, un altro motivo reale è che se i moduli sono collegati in master-slave
attraverso il BMS, devono avere le stesse caratteristiche per poter essere
gestite correttamente impostando dinamicamente i parametri del caricatore che
le alimenta.
Il bilanciatore.
I pacchi batterie LFP tendono naturalmente a sbilanciarsi, specialmente quando
la tensione di ciascun elemento si avvicina agli estremi del range di tensione
utilizzabile.
Il bilanciatore si occupa di mantenere tutti gli elementi atta stessa tensione
spostando piccole quantità di energia da un'elemento all'altro fino ad
equalizzarli tutti.
Esistono bilanciatori di ogni tipo, attivi e passivi, di piccola e di discreta
potenza, per gli elementi di piccolo amperaggio andranno bene quelli che
possono gestire una corrente massima di 0.05 - 0.1 A, per gli elementi da 300 A
dovranno essere scelti bilanciatori che possano gestire da 1 a 5 A.
Più il bilanciatore è potente e più si riduce il tempo di intervento, quando
tutti gli elementi sono equalizzati la corrente si riduce a zero.
Alcuni esempi di bilanciatori:
Resistivo a sinistra, capacitivo al centro, induttivo a destra.
Chi scrive, preferisce i bilanciatori capacitivi perché funzionano bene, possono gestire correnti adatte agli elementi da 300 A, a riposo (elementi equalizzati) consumano poca energia, costano poco, sono affidabili e il loro principio di funzionamento è semplice.
Il BMS (battery management system).
Il BMS è un sistema complesso che si occupa di controllare costantemente i
parametri della batteria staccandola se necessario.
Le funzioni principali del BMS sono:
Cose che danneggiano un accumulatore LFP:
Imprecisioni, dicerie e bufale da sfatare:
Argomenti inerenti agli accumulatori.